A partire dagli anni Sessanta, il sistema “segnico” – una sorta di codice identificativo, alla maniera dei sistemi informatici – elaborato da Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014) per le sue tele monocrome, trova un nuovo supporto: il sicofoil, un materiale plastico molto duttile, prima applicato sul telaio come diretto sostituto della tela, e poi utilizzato nella sua forma originaria e industriale di rotolo, su cui l’artista dipinge segni che sembrano svilupparsi nel vuoto, nello spazio reale. Perseguendo l’idea utopica di eliminazione della superficie, Accardi apre al tema della smaterializzazione la riflessione sulla pittura.
Carla Accardi