Formalmente vicini alle opere estroflesse di Castellani e Bonalumi, gli Schermi di Fabio Mauri (Roma, 1926-2009) muovono in realtà da presupposti di ricerca differenti. Il titolo modifica lo status del quadro da dipinto a schermo. Il bianco che lo caratterizza non cerca quindi una rappresentazione del vuoto, dell’assenza di materia, bensì di una mancanza di contenuto, un’assenza di dato visivo, immaginando dunque il vuoto come lo spazio di ogni possibile proiezione umana.
Fabio Mauri